La cultura è l’unico bene dell’umanità che, diviso fra tutti, anziché diminuire diventa più grande. (Hans Georg Gadamer)

sabato 7 maggio 2016

Giovanni Verga


Giovanni Verga nacque a Catania il 2 settembre del 1840 e iniziò a studiare all’età di 11 anni presso la scuola del letterario Antonino Abate. Si iscrisse alla facoltà di legge senza finire gli studi, perché preso dalle vicende storiche e politiche dopo lo sbarco di Garibaldi in Sicilia.

Nel 1851 si arruolò nella Guardia Nazionale di Catania e iniziò a svolgere l’attività di giornalista. Dopo la morte del padre nel 1865 si stabilì a Firenze, dove, frequentando ambienti letterari, diventò un autore di successo con romanzi “Una peccatrice”(1866) e “Storia di una capinera”(1871).

Nel 1872 si trasferì a Milano, dove continuò a pubblicare romanzi. Nel 1881 viene pubblicato il romanzo “I Malavoglia”, seguito negli anni successivi da “I ricordi del capitano d’Arco”, “Il marito di Elena”(1882), “Per le vie”(1883), e “Drammi intimi”(1884).  Iniziò anche l’attività di autore teatrale con le opere “Cavalleria rusticana”, “In portineria” e “Vagabondaggio”. Nel 1893 Verga si ritirò a Catania, dove iniziò a interessarsi sempre più alla politica, sostenendo il colonialismo italiano in Africa.  Nel 1920, in occasione del suo 80° compleanno, venne festeggiato a Roma e il 3 ottobre venne nominato senatore. Morì a Catania il 27 gennaio 1922 per paralisi cerebrale.



L’attività letteraria

L’attività letteraria di Verga si può dividere in tre fasi:

la narrativa storico-patriotica degli esordi;

i romanzi mondani;

la produzione verista.

Tra i romanzi della maturità troviamo: “I Malavoglia”, “Mastro Don Gesualdo” e “Cavalleria rusticana”.

“I Malavoglia”, scritto nel 1881, racconta la storia di una famiglia di pescatori che vive e lavora ad Aci Trezza, un piccolo paese vicino a Catania. Il paese è il protagonista del romanzo, costituito di personaggi uniti da una stessa cultura ma divisi da antiche rivalità. Il romanzo crea l’illusione che a parlare sia il mondo raccontato, rinunciando così alla presenza dell’autore. Inoltre, questo libro offrì lo spunto per il film “La terra trema”(1948) di Luchino Visconti, momento importante del cinema neorealista.

“Mastro Don Gesualdo”, scritto nel 1889, racconta la storia di Gesualdo, il quale riesce a vincere il suo destino di miseria e diventare ricco, grazie anche al matrimonio con la nobile Bianca Trao. Dopo essere stato lasciato solo dalla moglie e dalla figlia Isabella, Gesualdo muore nel palazzo ducale di Palermo. Il romanzo si svolge ancora in Sicilia, più precisamente a Vizzini, e la lingua rappresenta in modo raffinato la realtà in qui si svolge il romanzo. Fu un insuccesso per Verga.

“Cavalleria rusticana” è un’opera in versione teatrale che diede molto successo a Verga. Fu rappresentata nel 1884 con discreto consenso del pubblico, e fu successivamente musicata da Pietro Mascagni nel 1890.



Sitografia:

cronologia.leonardo.it/storia/biografie/verga.html